venerdì 8 gennaio 2016

Basi della scherma: Misura

Ho pensato di scrivere una serie di post riguardanti gli aspetti basilari della scherma. Questo perché senza l'approfondita comprensione di questi principi di base, risulta lacunare lo studio delle azioni schermistiche, sia prese fuori dal loro contesto, sia considerandole nel quadro d'insieme del sistema schermistico da noi adottato.

Specifico da subito che non esistendo sempre un vocabolario comune tra i vari autori rinascimentali, ho deciso di adottarne uno basato principalmente su Marcelli, in parte liberamente interpretato e semplificato: spero tuttavia che le definizioni siano sufficientemente chiare.

Il primo aspetto che desidero prendere in considerazione è la Misura.

La misura è la distanza che separa me dal mio avversario. Più precisamente è la distanza che separa la parte del mio avversario che voglio colpire e la parte con la quale io lo voglio colpire. In tal senso, la misura è relativa, in quanto a seconda delle situazioni potrò trovarmi a misura per colpire determinati bersagli e fuori misura per altri: ad esempio potrei essere a misura per colpire il braccio armato, ma non la testa, o a misura per colpire la testa ma non le gambe.
Va inoltre precisato che la misura è condizionata dalle proporzioni del nostro corpo e di quello avversario: un avversario più alto di me, a parità di bersaglio, si troverà a misura quando io non lo sarò.

Passiamo ora a descrivere alcune misure particolari.
Anche in questo caso occorre fare delle premesse, ovvero: ho considerato nelle definizioni che si opti per il colpo di punta, in quanto più lungo, rapido e vantaggioso (all'interno del mio sistema schermistico di riferimento). Le stesse definizioni valgono anche tuttavia per i colpi di taglio, sebbene le distanze assolute saranno più brevi. Di solito infatti si ha uno sfasamento di un "gradino" tra la misura per la punta e quella per il taglio. Questo gradino esiste anche tra il bersaglio avanzato e quello profondo.


  • Fuori misura - la distanza dal mio avversario è tale che per poterlo raggiungere devo effettuare almeno un passo in aggiunta al passo e affondo (passo scurso secondo la scuola romana). Questa è la misura più sicura, in quanto il mio avversario non potrà ferirmi a meno che non decida di lanciarmi la spada.
  • Larga misura - la distanza è tale che per colpire il mio avversario devo effettuare un passo e affondo. Questa è la misura dalla quale vorrò tendenzialmente cominciare la mia azione schermistica: è ideale per usare le finte, le provocazioni e in generale azioni complesse che possano essere soggette a contrarie "in Tempo".
  • Giusta misura - la distanza è tale che per colpire il mio avversario devo distendere il braccio ed effettuare un affondo o un mezzo passo. Questa è la misura nella quale, se sono un esperto schermidore, voglio portarmi per colpire con certezza il bersaglio profondo. Sebbene ci esponga notevolmente a contrarie "in Tempo", ci da ancora sufficiente Tempo per reagire agli attacchi avversari, sia di Dopo Tempo che di Stesso Tempo.
  • Stretta misura - per colpire il mio avversario mi basta il solo allungo del braccio. Questa misura è il "place" di Silveriana memoria. Da tale misura le mie azioni di "primo Tempo" sono sostanzialmente irreparabili se eseguite alla giusta velocità, tuttavia è una misura assai pericolosa in quanto, data la mancanza di Tempo per reagire, è facile provocare un Incontro (cioè rimanere entrambi feriti). Al contrario se vi si arriva in "vantaggio di Tempo" si rimane in condizione di superiorità tattica: si agisce infatti in "True time".
  • Strettissima misura/lotta - si è così vicini da entrare in corpo a corpo con l'avversario. Da questa misura la spada risulta quasi inservibile se usata nella maniera canonica (è ancora possibile effettuare certe azioni di taglio), ma ancora utile se usata in atto di spada in arme (usando il pomolo e la guardia come strumenti percussivi) o per eventuali disarmi.

Nell'analisi delle varie tecniche schermistiche è importantissimo considerare la misura alla quale andrebbero correttamente eseguite. Tenere in considerazione questo fattore ci aiuta a comprendere quale sarà il tipo di passeggio più congeniale e, di conseguenza, il Tempo nel quale eseguire l'azione. In particolare bisogna tenere conto del fatto che:

  • La punta ha maggiore misura rispetto al taglio. Questo ci fa capire come essa sia sostanzialmente sempre il colpo da preferire in quanto più "sicuro". Possiamo infatti ferire il nostro avversario dalla massima distanza possibile, e di conseguenza anche nel minor tempo, perché percorrere lo spazio necessario a effettuare un taglio richiede Tempo.
  • Quando sono a misura anche l'avversario dovrebbe esserlo. Questo ci fa capire che se il mio avversario si muove per ferirmi, io posso ferirlo con uno stesso colpo anche senza muovermi. Se l'avversario tira una punta, dopo la mia azione difensiva, potrò ferirlo anche io di punta, ma non di taglio (mi occorre ancora un passo); se invece l'avversario tira di taglio posso ferirlo tanto di punta (in tempo sarebbe una contraria ideale) quanto di taglio.

Eccoci giunti alla fine di questo lungo discorso. Spero che sia stato chiaro, che lo abbiate trovato interessante e che possa servirvi come spunto sul quale riflettere durante la vostra pratica schermistica.

Fabio Serraglio

2 commenti:

  1. Ottima analisi! Secondo me, la misura poi si incrocia tantissimo con un altro concetto basilare, il tempo. Sento già il coro di "OVVIO!", ma credo lo sia in misura molto più estesa di quel che si potrebbe pensare... L'analisi che hai fatto a mio avviso si avvicina a quello che intendo (parlo anche in veste di marzialista orientale); lo spazio puoi cominciare a concepirlo come "tempo", ad esempio quando sono a misura di punta/larga misura è come dire che sono distante un tempo di gambe dall'avversario.
    Quindi in questa logica è anche possibile inserire dei concetti come "prendere il tempo" dell'avversario, cioè capire esattamente quando lui inizia la sua azione, e sfruttare l'inizio della sua azione per intrecciare la mia risposta.

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    1. Hai perfettamente ragione! Tempo e misura sono due concetti assolutamente legati e indivisibili. Un altro articolo sul Tempo è già pianificato :)

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