tag:blogger.com,1999:blog-44556315302835375012024-02-21T00:06:06.727+01:00StoccataFabio Serraglio, classe 1989, da Torino. Studioso di scherma rinascimentale italiana.
Pensieri, teorie e commenti sull'arte della spada.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16891991399178545820noreply@blogger.comBlogger8125tag:blogger.com,1999:blog-4455631530283537501.post-82202928436251121232016-03-14T14:37:00.000+01:002016-03-14T14:37:48.679+01:00Perchè lo slowmotion?<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Ed eccoci ad
affrontare il dibattutissimo dilemma che divide in due le arti marziali
storiche europee: è meglio tirare alla massima velocità con tutte le protezioni
addosso, oppure andare piano indossando solo la maschera e un paio di guantini
leggeri?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
I sostenitori
della prima opzione affermano che non avere la possibilità di andare alla
massima velocità e dovere trattenere i colpi equivarrebbe a introdurre troppi
artefatti, rendendo di fatto l'incontro inutile.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
I fautori della
seconda modalità, invece, sostengono che avere troppe protezioni addosso porti
a non rispettare più il principio del "toccare senza essere toccati",
rendendo di fatto l'incontro altrettanto inutile.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Qual è
l'opinione di chi scrive? Come avrete certamente avuto modo di intuire se frequentate
il mio canale YouTube, io preferisco di gran lunga la seconda opzione.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Cerchiamo però
di analizzare più in dettaglio gli aspetti delle due modalità.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Innanzitutto, dobbiamo
porci delle domande alla quali dobbiamo rispondere con estrema sincerità: qual
è il nostro obiettivo? Per cosa vogliamo allenarci? Quale tipo di ambiente ed
eventi vogliamo frequentare?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Molti potranno
optare per la <b><span style="color: #c45911; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">sola componente sportiva/torneistica</span></b>
e in questo caso la scelta è quasi obbligata: dovrete usare il gambeson e tutte
le altre protezioni. Altri, come il sottoscritto, potranno invece scegliere un
approccio più disinteressato nei confronti delle competizioni e orientarsi
invece verso una scherma su base
storico-ricostruttiva<b style="color: #c45911;"> </b>e verso un<b style="color: #c45911;"> percorso totalmente marziale</b>.
Infine, c'è chi sceglierà un <b><span style="color: #c45911; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">percorso ibrido</span></b>
fra i due estremi: la maggior parte dei praticanti rientra in questa categoria.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Partiamo dal
presupposto che nessuna delle due vie è priva di artefatti. L'allenamento di
qualunque arte marziale è di per sé “falso”, in quanto il fine originario di
tali arti era quello di uccidere o menomare gravemente le persone. Possiamo
però analizzare singolarmente uno o più aspetti della suddetta arte per cercare
poi di triangolare la soluzione finale.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
A seconda di
quali aspetti si vuole tenere in considerazione, si andrà a scegliere la via
più adatta.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Personalmente,
tengo in considerazione alcuni aspetti volutamente estremi, legati alle origini
della scherma e del combattimento in generale. Pur non essendo più reali,
ritengo rimangano importanti nell’ottica di una corretta visione marziale della
scherma. Tali aspetti sono i seguenti:<o:p></o:p></div>
<br />
<ul type="disc">
<li class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Quella che
sto studiando è un'arte per imparare a difendere la mia vita togliendola a
qualcun altro. Questa è una cosa che ogni spadaccino dovrebbe tenere
sempre a mente. Possiamo dipingerla con belle parole, ma questa rimane
"un'arte mortifera e omicida". Il fatto di sguainare la mia arma
indica che tutto quello che si poteva fare per evitarlo è fallito e sono
costretto a imporre la mia estrema volontà, ovvero la sopravvivenza, a
discapito di quella di qualcun altro.</li>
</ul>
<ul type="disc">
<li class="MsoNormal" style="text-align: justify;">L'oggetto
che io e il mio avversario abbiamo in mano è un'arma e come tale devo considerarla.
Quando colpisco o vengo colpito, una persona muore.</li>
</ul>
<span style="text-align: justify;">Tenendo
in considerazione ciò, mi rifaccio al principio di </span><b style="text-align: justify;"><span style="color: #c45911; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">"toccare senza essere toccato"</span></b><span style="text-align: justify;">. Colpire il mio avversario ma rimanere
colpito a mia volta è un controsenso. Arrischiarsi a colpire senza avere la
relativa (e dico relativa perchè esistono variabili quasi illimitate) certezza
di uscirne indenne, è un controsenso. Se il mio avversario avesse in mano una
spada affilata lo farei? Rischierei con leggerezza di essere colpito, magari
con conseguenze mortali? Di solito la risposta è NO. </span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Come
si fa dunque a rispettare questi principi per apprendere l'arte della scherma?
La risposta è: <b><span style="color: #c45911; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">imparando a conoscerla</span></b>.
Per poter affrontare un combattimento al meglio, è imperativo conoscerne i
principi e le tecniche in maniera approfondita. Originariamente quest'arte non
si poteva imparare “sul campo”, scontro dopo scontro, perché perderne uno
avrebbe significato la morte. Se ne deduce quindi che l’apprendimento vero e
proprio dovesse essere ristretto all’allenamento. Tornando ai giorni nostri,
quindi, risulta difficile pensare di potere “testare le tecniche” in torneo,
ossia in quel momento che idealmente dovrebbe rispecchiare il duello. Non si
può fare affidamento sul caso o sulla fortuna: queste sono caratteristiche del
gioco, non dell'arte.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Il
modo migliore per imparare la scherma è praticarla discostandosi il meno
possibile dalla sua forma reale: idealmente, quindi bisognerebbe praticarla
senza nessuna protezione e con armi affilate. Vivendo però nel XXI secolo
e in una società radicalmente diversa, ci occorre un minimo di sicurezza:
maschera da scherma e spade non affilate, almeno fino a determinati livelli di
abilità (così come avviene in discipline orientali come lo iaido, dove la
katana affilata è ammessa a partire dal III dan). <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Se,
come abbiamo detto, la sopravvivenza dipende dalla mia <b><span style="color: #c45911; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">abilità tecnica</span></b>, è questa che devo allenare: quindi non la
mia velocità, la mia esplosività o la resistenza, ma il gesto, la fine abilità
motoria, la precisione e la compostezza con la quale eseguo la mia azione
schermistica. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Queste
abilità possono essere apprese solo entrando in una relazione profonda con lo
strumento che usiamo, che diventa quindi estensione diretta del proprio
corpo. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
A
questi aspetti se ne collega un altro importantissimo: il <b><span style="color: #c45911; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">controllo</span></b>. Controllo significa avere sviluppato una
sensibilità particolare, che mi permette di gestire il mio strumento sotto ogni
aspetto e con il giusto grado di forza. Viene da sé che queste abilità non
possono essere apprese nel corso di breve tempo, ma richiedono letteralmente
anni per giungere a perfezionamento. Per imparare, bisogna eseguire i gesti
lentamente, in modo che i nostri muscoli imparino ad abituarsi al gesto, che lo
facciano proprio, di modo che il nostro cervello passi gradualmente dal pensare
all'azione che stiamo eseguendo, all'agire senza pensare. Sono i cosiddetti “schemi
motori”, studiati anche in fisiologia. Per usare un esempio abbastanza
calzante: quando un giovane cuoco va a scuola di cucina, vede il suo insegnante
affettare una carota con un coltello affilatissimo in maniera precisissima e
con la lama che passa vicinissima alle dita, andando però a produrre decine e
decine di fette tagliate alla perfezione. Per imparare dovrà affettare
centinaia di carote nel corso degli anni, cominciando alla velocità con la
quale produce delle fette presentabili senza però perdere le dita. Col passare
dei mesi e degli anni, lui continuerà a ripetere lo stesso gesto, che arriverà
a eseguire inconsciamente.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Questa
forse è la più grande incomprensione riguardo il cosiddetto “<b><span style="color: #c45911; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">slow motion</span></b>”: i detrattori pensano che sia un gesto
fine a se stesso, perché "tanto è solo un gioco, se andassimo più veloce
non riuscirei a reagire in tempo"... Ovvio! Perché non si è ancora in
grado! Per fare un'analogia: se fossimo dei piloti, nessuno si sognerebbe di
fare due giri su una normale Panda da scuola guida e poi passare su una formula
uno. Occorrono anni e anni di formazione, di abitudine, finché i gesti che
riuscivamo a fare solo lentamente, senza accorgersene diverrano sempre più
veloci. Noi non percepiremo subito la differenza di velocità nei nostri gesti,
ma chi da fuori ci osserva non riuscirà a capire come possiamo essere così
rapidi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Chiedete
a un musicista, un vero musicista, quante ore, giorni, mesi ha passato a fare
le scale con il metronomo a ritmo lento. Non penso che troverete mai qualcuno
che sia passato in una giornata da 10 a 100.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Questo,
a mio avviso, è attualmente il grosso problema dell'hema: tutti hanno fretta di
cimentarsi in incontri, tornei, sfide, ma quanti di essi ne sarebbero
all'altezza? Vogliamo tutti passare dalla scuola guida alla formula uno senza
essersi fatti cinque o sei anni sui kart, formule minori, gp3, gp2, scuola
piloti F1 e tutti gli ulteriori passaggi intermedi. O, passando alle analogie
culinarie, affettare la carota affidandosi alla protezione di un guanto di
maglia e percuotendo il tagliere con movimenti velocissimi ma inevitabilmente imprecisi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Quindi,
per tornare all'argomento originario: è vero, lo slow motion porta con sé un
sacco di artefatti, e sì, non è “la scherma”, ma a mio avviso è il migliore
strumento che abbiamo a disposizione come marzialisti per <b><span style="color: #c45911; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">migliorare noi stessi</span></b>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
D'altro
canto, la scherma full speed conta altrettanti artefatti e per certi versi si
discosta in maniera molto "peggiore" dalla “Vera scherma”, in quanto
porta alla non conservazione di se stessi. Se, poi, la necessità di non farsi
male e quindi coprirsi di protezioni diventa un pretesto per non avere il
controllo dell’arma, si ricade nuovamente in un grave artefatto. Sono
considerazioni che ho maturato avendo avuto a che fare sia con realtà sportive
che puramente marziali, sia nell’ambito della arti orientali che occidentali.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Un
altro argomento a favore dell'approccio in slow motion è il seguente: per un
bravo schermidore "lento", è molto facile la transizione al full
speed. Deve semplicemente "togliere" alcuni dei meccanismi che ha
acquisito e limitarsi alle abilità motorie di base. Al contrario, uno
schermidore abituato a tirare quasi esclusivamente con le protezioni addosso,
mancherà delle competenze e delle fini abilità motorie necessarie al
combattimento senza protezioni. Quindi lo slow motion porta, in fin dei conti,
solo vantaggi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Con
questo non si vuole dire che dedicarsi alla scherma storica in chiave puramente
sportiva presenti solo svantaggi. L’approccio sportivo puro trova la sua
applicazione reale nell’ambiente della competizione stessa. È quanto avviene,
per esempio, negli <b><span style="color: #c45911; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">sport da combattimento</span></b>
(da non confondere con le arti marziali cosiddette tradizionali), come la boxe,
il taekwondo olimpico e anche la scherma moderna. In questi casi, per allenarsi
al meglio bisogna ricreare le stesse condizioni dell’applicazione sportiva: stesso
equipaggiamento, stesso regolamento, condizione di parità fra i due contendenti
etc. Le hema, però, al momento, appaiono ancora “immature” sotto questo punto
di vista. Infatti non esistono, attualmente, regolamenti universalmente
accettati, né una divisione in gradi più o meno oggettiva. Paragonando il tutto
ad altre discipline, potremmo dire che in questo modo si rischia di mandare una
squadra di calcio di paese a giocare contro una di serie A, oppure fare
combattere un quarto dan di karate contro una cintura arancione. La gara,
infatti, permette di valutare il proprio grado di apprendimento solo se l’abilità
dell’avversario è comparabile alla propria. Del resto, la nostra disciplina è
ancora molto giovane. Ci sono anche alcune realtà che si stanno muovendo per
creare circuiti di gare tenendo presente questo principio.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Tornando
al dibattito originario, fra approccio marziale e sportivo nelle hema, personalmente
temo che volere fondere i due percorsi non porti a grandi risultati in nessuna delle
due direzioni. Un <b><span style="color: #c45911; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">allenamento “a metà”</span></b>
rischia di rivelarsi fallace sia per l’approccio marziale che per quello
sportivo. Ritengo quindi più produttivo scegliere il proprio obiettivo in una
sola delle due vie e allenarsi con gli strumenti che le sono propri. Poi,
naturalmente, nulla vieta di cimentarsi all’occasione nell’altra via, per
curiosità, per divertimento o per qualunque altra ragione, ma consapevoli che
si potrà risultare meno performanti di chi vi si dedica a tempo pieno.<a href="https://www.blogger.com/null" name="_GoBack"></a><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: right;">
Fabio
Serraglio<o:p></o:p></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16891991399178545820noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4455631530283537501.post-13388197503762567942016-02-09T13:24:00.000+01:002016-02-09T13:24:08.966+01:00Seminario con Roland Warzecha<div style="text-align: justify;">
Lo scorso week-end (6-7 febbraio 2016) ho avuto la possibilità di partecipare per la prima volta ad un seminario tenuto dal celebre istruttore Roland "Dimicator" Warzecha.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In particolare, il seminario verteva sul combattimento con spada e scudo vichingo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sebbene questa non sia esattamente la mia disciplina di riferimento, ho comunque deciso di parteciparvi assieme ai cari amici dell'associazione Speculum Historiae, Federico Malagutti ed Elisa Zanoli.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'esperienza si è rivelata illuminate sotto molti aspetti: avendolo potuto vedere di persona, e dopo qualche assalto di spada e brocchiero, posso dire con tranquillità che Roland è probabilmente uno dei migliori schermidori nell'ambito delle hema, e questo traspare dal suo modo di muoversi, la sua calma e sicurezza nell'affrontare un assalto e il controllo assoluto dell'azione che sta compiendo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Grazie all'approccio calmo e controllato, che sempre di più si sta rivelando essere per me l'approccio migliore a queste discipline, ho potuto vedere nuovi dettagli riguardo alla postura e alla gestione dell'approccio all'avversario attraverso il passeggio, nonché avere conferme sul mio attuale operato. Ora ho parecchi nuovi elementi da metabolizzare e integrare in quanto già facevo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio tutti i miei compagni SH (Lorenzo, Vittorio, Fabio e anche tutti quelli che non hanno potuto partecipare), Federico ed Elisa per queste due meravigliose giornate schermistiche. Spero si possa ripetere l'esperienza al più presto.</div>
<br />
<div style="text-align: right;">
Fabio Serraglio</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16891991399178545820noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4455631530283537501.post-23114287037737796882016-01-26T12:20:00.000+01:002016-01-26T13:32:30.376+01:00Basi della scherma: Tempo<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Altro concetto alla base di ogni nostra azione schermistica è il </span><b><i><span style="color: #b45f06; font-family: "times new roman" , serif;">Tempo</span></i></b><span style="font-family: "times new roman" , serif;">.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Sebbene la parola usata sia la medesima, il “Tempo” non va confuso con il “tempo”.
Un buon termine equivalente potrebbe essere Occasione: il Tempo è l'occasione
di colpire o di essere colpiti.<span style="font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<b><span style="color: #b45f06; font-family: "times new roman" , serif;">Ogni volta che effettuiamo un qualunque movimento, sia esso fatto con la
spada, col corpo o con i piedi, creiamo un Tempo</span></b><span style="font-family: "times new roman" , serif;">. Trovo estremamente
calzante la definizione fornita da Angelo Viggiani:<span style="font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<i>"è dunque un tempo, un moto, ch'invece di chiamarlo moto, lo chiamiamo tempo, perché l'uno non abbandona l'altro; et la guardia è la quiete, et il riposo sopra qualche sito, et forma. In conclusione tanto viene a dir tempo, et guardia, quanto moto, et quiete. Dove di necessità, che come sempre tra due moti è una quiete, et tra due quieti s'interpone un moto; parimente tra due colpi menati, o due tempi, o due moti, si ritrovi una guardia. Et tra due guardie, o quieti (come dire volete) vi si interponga un qualche colpo, et tempo."</i></blockquote>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Ritengo che gli autori che suddividono il tempo in maniera più chiara e
intuitiva siano il dalle Agocchie e il Marcelli.<span style="font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<br />
Il primo autore ci indica cinque "<i><span style="color: #b45f06;"><b>Tempi da ferire</b></span></i>":<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Cinque modi sono da conoscere questo tempo da ferire: Il <span style="color: #b45f06;"><b>primo</b></span> è, quando haverete parato il colpo del nimico, che all'hora è tempo da ferire. Il <b><span style="color: #b45f06;">secondo</span></b>, quando il colpo vi averà trascorso fuori della persona, che quell'è tempo da seguirlo con la risposta più convenevole. Il <b><span style="color: #b45f06;">terzo</span></b>, quando egli alzasse la spada per offendervi: mentre ch'egli alza la mano; quell'è il tempo di ferire. Il <b><span style="color: #b45f06;">quarto</span></b>, come egli si movesse senza giudicio d'una guardia per andare in un'altra; avanti ch'egli sia fermo in essa, all'hora è tempo di offenderlo. Il <b><span style="color: #b45f06;">quinto</span></b> et ultimo, quando il nimico è fermo in guardia, et ch'egli alzasse, ò movesse il piede, che averà innanzi per mutarsi di passo, o per accostarsi; mentre ch'egli alzerà il piede, quello è tempo da ferirlo: perché egli non può offendervi per esser discomodo."</i></blockquote>
<div>
Nei quali possiamo poi ferire in tre modi:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>" di quanti tempi con la spada si può ferire? Gio. Di due tempi, un tempo, et mezzo tempo. I due tempi sono quelli, quando la spada para e poi ferisce. Un tempo è quello, quando si ferisce senza parare il colpo, ò vero quando si para, et si ferisce in un istante. Il mezzo et ultimo è quello, quando si ferisce, mentre che l'inimico tira il colpo."</i></blockquote>
</div>
<div>
<br />
L'autore romano, invece, si spinge oltre.<br />
<br />
Come spiega dettagliatamente il Maestro Francesco Lodà nel suo libro "Manuale di scherma storica":<br />
<blockquote class="tr_bq">
"la prima distinzione operata da Marcelli, punta a chiarire il rapporto del tempo schermistico con le azioni degli schermidori, identificandolo con il gioco delle intenzioni. </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Esiste dunque il <b><span style="color: #b45f06;">Primo tempo</span></b>, o <b><i><span style="color: #b45f06;">Prima intenzione</span></i></b>, o <i>Tempo di risoluzione</i>, che riassume le azioni di <i>Proposta</i>: in questa categoria sono incluse tutte le tecniche che mirano a ferire direttamente il bersaglio, comprese quelle che hanno l'intento di superare la reazione dell'avversario. E' questo il tempo di chi prende l'iniziativa.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Il <b><span style="color: #b45f06;">Dopo tempo</span></b>, o <b><i><span style="color: #b45f06;">Seconda intenzione</span></i></b>, riassume le azioni di <i>Risposta</i>: in questa categoria sono riassunte tutte le risposte che lo schermidore usa dopo aver parato, e quindi dopo la conclusione del primo tempo dell'avversario. </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Si ha poi lo <b><span style="color: #b45f06;">Stesso tempo</span></b>, o <i><b><span style="color: #b45f06;">In tempo assolutamente</span></b></i>, che riassume tutte le reazioni che vanificano l'azione avversaria <i>durante il suo sviluppo e prima della sua conclusione</i>. Sono queste le azioni in cui ci si difende dell'avversario offendendolo contemporaneamente. </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Questi tempi riassumono così i vari ruoli degli schermidori nel tirare: agente, che tira di Primo tempo, e paziente, che reagisce in modo e tempi diversi con un Dopo tempo o con uno Stesso tempo."</blockquote>
<br />
A questi se ne aggiunge poi un altro, il <b><span style="color: #b45f06;">Contratempo</span></b>, del quale tuttavia tratteremo in un altro articolo.</div>
<div>
<div>
<br /></div>
</div>
<div>
Ovviamente il concetto di Tempo non può essere totalmente slegato da quello di tempo che scorre. Se infatti aspetto in maniera eccessiva per cogliere l'occasione, essa passerà e io avrò perso il momento propizio per ferire. Il detto "Chi ha Tempo non aspetti tempo" deriva infatti proprio dall'ambito schermistico: lo ritroviamo infatti in Mattei (1669).</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Per rendere il tutto più complesso, occorre aggiungere che per cogliere il Tempo corretto, non ci si limita al semplice concetto di azione-reazione, ma molto spesso, occorre poter prevedere in anticipo le reazioni avversarie e partire prima che l'avversario si sia mosso al fine di poter attuare la nostra azione. Questa capacità di prevedere le mosse avversarie è da ricercarsi in quello che in termini moderni viene definita <i>Programmazione </i>attraverso lo studio del pensiero strategico-tattico.</div>
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<br /></div>
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Fabio Serraglio<br />
<div style="text-align: left;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: left;">
<i>Bibliografia:</i></div>
<div style="text-align: left;">
<i>- </i>Francesco Lodà<i>,"Manuale di scherma storica. La striscia nel Seicento e nel Settecento", </i>2014, Bonanno Editore</div>
<div style="text-align: left;">
- Angelo Viggiani dal Montone, <i>"Lo schermo", </i>1575, Venezia presso G. Angelieri</div>
<div style="text-align: left;">
- Giovanni dalle Agocchie, <i>"Dell'arte di scrimia in libri tre"</i>, 1572, Venezia presso G. Tamborino</div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16891991399178545820noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4455631530283537501.post-26921098948285193332016-01-13T14:01:00.000+01:002016-01-13T14:02:41.175+01:00I 5 principi secondo Giacomo di GrassiRimango sempre affascinato da come alcuni autori siano riusciti a sintetizzare in poche semplici linee di testo tutta la complessità dell'arte della scherma. In particolare Giacomo di Grassi ne sintetizza i principi in cinque semplici regole:<br />
<ol>
<li>la linea retta è la più breve di ogni altra.</li>
<li>chi è più vicino giunge più presto.</li>
<li>un cerchio che giri ha maggior forza nella circonferenza.</li>
<li>più facilmente si resiste alla poca che alla molta forza.</li>
<li>ogni moto è fatto in tempo.</li>
</ol>
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Che da questi avertimenti ne nasca il giuditio e cosa chiarissima, percio che altro, non si ricercha in quest'arte che ferir con avantaggio et per difendersi sicuramente, il che si fa ferendo per linea retta di punta, o di taglio dove la spada ha più forza ferendo prima l'inimico che esser ferito, il che si fa quando si conosce di esser più vicino all'inimico, ne quali casi si spinge, perche pochi o niuno è che sentendosi ferir non dia indietro et resti di fare ogn'altro moto c'havesse incominciato, et sapendo poi che ogni moto si fa in tempo, si procura per ferir et riparar di far manco moti che sia possibile per consumar poco tempo, et facendone molti l'inimico, si puo star avertito di ferirlo, sotto uno o più tempi indebitamente consumati."</i></blockquote>
<div style="text-align: right;">
Fabio Serraglio</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16891991399178545820noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4455631530283537501.post-2888619964682655372016-01-08T14:19:00.000+01:002016-01-08T14:19:37.133+01:00Basi della scherma: Misura<div style="text-align: justify;">
Ho pensato di scrivere una serie di post riguardanti gli aspetti basilari della scherma. Questo perché senza l'approfondita comprensione di questi principi di base, risulta lacunare lo studio delle azioni schermistiche, sia prese fuori dal loro contesto, sia considerandole nel quadro d'insieme del sistema schermistico da noi adottato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Specifico da subito che non esistendo sempre un vocabolario comune tra i vari autori rinascimentali, ho deciso di adottarne uno basato principalmente su Marcelli, in parte liberamente interpretato e semplificato: spero tuttavia che le definizioni siano sufficientemente chiare.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il primo aspetto che desidero prendere in considerazione è la <i><b><span style="color: #b45f06;">Misura</span></b></i>.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La misura è la distanza che separa me dal mio avversario. Più precisamente è <b><span style="color: #b45f06;">la distanza che separa la parte del mio avversario che voglio colpire e la parte con la quale io lo voglio colpire</span></b>. In tal senso, la misura è relativa, in quanto a seconda delle situazioni potrò trovarmi a misura per colpire determinati bersagli e fuori misura per altri: ad esempio potrei essere a misura per colpire il braccio armato, ma non la testa, o a misura per colpire la testa ma non le gambe.</div>
<div style="text-align: justify;">
Va inoltre precisato che la misura è condizionata dalle proporzioni del nostro corpo e di quello avversario: un avversario più alto di me, a parità di bersaglio, si troverà a misura quando io non lo sarò.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Passiamo ora a descrivere alcune misure particolari.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche in questo caso occorre fare delle premesse, ovvero: ho considerato nelle definizioni che si opti per il colpo di punta, in quanto più lungo, rapido e vantaggioso (all'interno del mio sistema schermistico di riferimento). Le stesse definizioni valgono anche tuttavia per i colpi di taglio, sebbene le distanze assolute saranno più brevi. Di solito infatti si ha uno sfasamento di un "gradino" tra la misura per la punta e quella per il taglio. Questo gradino esiste anche tra il bersaglio avanzato e quello profondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b><span style="color: #b45f06;">Fuori misura</span></b> - la distanza dal mio avversario è tale che per poterlo raggiungere devo effettuare almeno un passo in aggiunta al passo e affondo (<i>passo scurso</i> secondo la scuola romana). Questa è la misura più sicura, in quanto il mio avversario non potrà ferirmi a meno che non decida di lanciarmi la spada.</li>
<li style="text-align: justify;"><b><span style="color: #b45f06;">Larga misura</span></b> - la distanza è tale che per colpire il mio avversario devo effettuare un passo e affondo. Questa è la misura dalla quale vorrò tendenzialmente cominciare la mia azione schermistica: è ideale per usare le finte, le provocazioni e in generale azioni complesse che possano essere soggette a contrarie "<i>in Tempo</i>".</li>
<li style="text-align: justify;"><b><span style="color: #b45f06;">Giusta misura</span></b> - la distanza è tale che per colpire il mio avversario devo distendere il braccio ed effettuare un affondo o un mezzo passo. Questa è la misura nella quale, se sono un esperto schermidore, voglio portarmi per colpire con certezza il bersaglio profondo. Sebbene ci esponga notevolmente a contrarie "in Tempo", ci da ancora sufficiente Tempo per reagire agli attacchi avversari, sia di <i>Dopo Tempo</i> che di <i>Stesso Tempo.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><b><span style="color: #b45f06;">Stretta misura</span> </b>- per colpire il mio avversario mi basta il solo allungo del braccio. Questa misura è il "place" di Silveriana memoria. Da tale misura le mie azioni di "primo Tempo" sono sostanzialmente irreparabili se eseguite alla giusta velocità, tuttavia è una misura assai pericolosa in quanto, data la mancanza di Tempo per reagire, è facile provocare un Incontro (cioè rimanere entrambi feriti). Al contrario se vi si arriva in "vantaggio di Tempo" si rimane in condizione di superiorità tattica: si agisce infatti in "True time".</li>
<li style="text-align: justify;"><b><span style="color: #b45f06;">Strettissima misura/lotta</span> </b>- si è così vicini da entrare in corpo a corpo con l'avversario. Da questa misura la spada risulta quasi inservibile se usata nella maniera canonica (è ancora possibile effettuare certe azioni di taglio), ma ancora utile se usata in atto di spada in arme (usando il pomolo e la guardia come strumenti percussivi) o per eventuali disarmi.</li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nell'analisi delle varie tecniche schermistiche è importantissimo considerare la misura alla quale andrebbero correttamente eseguite. Tenere in considerazione questo fattore ci aiuta a comprendere quale sarà il tipo di passeggio più congeniale e, di conseguenza, il Tempo nel quale eseguire l'azione. In particolare bisogna tenere conto del fatto che:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b style="color: #b45f06;">La punta ha maggiore misura rispetto al taglio. </b>Questo ci fa capire come essa sia sostanzialmente sempre il colpo da preferire in quanto più "sicuro". Possiamo infatti ferire il nostro avversario dalla massima distanza possibile, e di conseguenza anche nel minor tempo, perché percorrere lo spazio necessario a effettuare un taglio richiede Tempo.</li>
<li style="text-align: justify;"><b style="color: #b45f06;">Quando sono a misura anche l'avversario dovrebbe esserlo. </b>Questo ci fa capire che se il mio avversario si muove per ferirmi, io posso ferirlo con uno stesso colpo anche senza muovermi. Se l'avversario tira una punta, dopo la mia azione difensiva, potrò ferirlo anche io di punta, ma non di taglio (mi occorre ancora un passo); se invece l'avversario tira di taglio posso ferirlo tanto di punta (in tempo sarebbe una contraria ideale) quanto di taglio.</li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Eccoci giunti alla fine di questo lungo discorso. Spero che sia stato chiaro, che lo abbiate trovato interessante e che possa servirvi come spunto sul quale riflettere durante la vostra pratica schermistica.</div>
<div>
<br /></div>
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Fabio Serraglio</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16891991399178545820noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4455631530283537501.post-44131426587575127172016-01-07T14:43:00.000+01:002016-01-07T14:52:35.354+01:00Importanti cambiamenti<div style="text-align: justify;">
In seguito alla comunicazione ufficiale da parte della ASD La Sala delle Armi di cui allego il <a href="http://lasaladellearmi.com/2016/01/07/sda-v2-0/">link </a>, comunico anche io la mia scissione dalla SdA.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come già scritto dal mio collega Federico Malagutti, nell'ultimo anno le mie aspettative, interessi e metodi sono radicalmente cambiati. A parer mio, ormai le differenze metodologiche e in termini di obiettivi risultavano così palesemente differenti che non sembrava giusto continuare a volerle forzare all'interno dello stesso percorso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente non è stata una decisione presa a cuor leggero. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ritengo però che questa sia la scelta più corretta per tutti, allievi e colleghi istruttori. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente auguro alla SdA e a tutti i suoi membri un futuro di ottimi risultati e crescita schermistica...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
Fabio Serraglio </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16891991399178545820noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4455631530283537501.post-11840153851953729012016-01-04T12:21:00.000+01:002016-01-07T14:45:22.347+01:00The true... True time<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
Che cos’è il <i>“True
time”</i>? Questa espressione, di cui talvolta addirittura si abusa, è stata
coniata da George Silver nella sua opera “Paradoxes of defence” del 1599. Normalmente,
si tende ad attribuirle il significato seguente: <b><span style="color: #b45f06;">la sequenza con cui bisogna muovere gli arti nel portare un colpo è
mano, corpo, piede/i</span></b>. Contrariamente, se si usa la sequenza piede, corpo,
mano si è in “<i>False time”</i>. Sebbene
tale sequenza sia corretta, e sia innegabile il fatto che la mano si muova più
velocemente del corpo e dei piedi, <b><span style="color: #b45f06;">il
termine True time non si esaurisce in questo</span>. <o:p></o:p></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
Innanzitutto, bisogna partire dal presupposto che Silver
vuole condurre la sua azione schermistica ideale da quello che lui chiama <i>"the Place"</i>, ossia la distanza
dalla quale può colpire l'avversario semplicemente distendendo il braccio. Alcuni
autori italiani direbbero di essere a misura stretta. La sua strategia e
tattica consistono tutte nel riuscire ad arrivare a questa misura di braccio.
Ora, come ci si arriva? Qui viene il difficile. Lui, infatti, ci dice che ogni
volta in cui dobbiamo muoverci con i piedi verso l'avversario per poterlo
colpire, agiremo in False time; questo perché, quando devo muovermi, la velocità
con la quale la mia spada arriva a bersaglio è inevitabilmente legata a quella
dei miei piedi, essendo questi i più lenti (indipendentemente dal fatto che io
muova prima la spada o meno). Quindi, come faccio ad arrivare in questo place
senza fare un False time? Semplice (relativamente): eseguo un'azione nel place
dal quale posso colpire solo un bersaglio avanzato, per esempio, o dove posso
eseguire una battuta sulla spada, o prendere il legamento, o eseguire una
finta. Quando eseguo una delle azioni citate e l'avversario reagisce, ecco che
mi sta dando un Tempo, Tempo nel quale io posso muovermi e raggiungere il mio
place dal quale attaccare un bersaglio profondo in sicurezza. Dal place,
infatti, sarò sempre in vantaggio di Tempo e potrò quindi agire in maniera
sicura in True time. Quindi, in questo caso, avrò eseguito un True time of the
hand, body, foot/feet, al quale potrò far seguire ulteriori True time. Insomma,
<b><span style="color: #b45f06;">finché io sono nel place agisco in True
time e viceversa</span></b>. Altra situazione avviene quando è l'avversario ad
attaccare (sia che sia lui a cercare il suo place, sia che sia ignaro di ciò ed
esegua un False time). In questo caso, anche quando mi difendo parando,
muovendomi o entrambe le cose assieme, sto eseguendo un True time per portarmi
nel place. Da lì, a seconda di dove sono e che azione difensiva ho eseguito,
posso eseguire ulteriori True time per andarlo a ferire, rimanendo in vantaggio
di Tempo. <o:p></o:p></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
Ora, Silver mosse una pesante critica nei confronti della
scherma italiana, che era approdata in Inghilterra in quegli anni. In sostanza,
affermò che la scherma che insegnavano gli italiani fosse tutta Falsa: secondo
lui, infatti, i maestri non sarebbero stati consapevoli delle leggi che
regolano il duello schermistico e avrebbero portato dunque a morte certa gli
allievi, destinati casomai a sopravvivere più grazie alla buona sorte che a dei
veri principi schermistici. In realtà, seppure non li chiamassero esplicitamente
True time, <b><span style="color: #b45f06;">gli italiani si sono
dimostrati ben coscienti di tali principi</span></b>, che emergono già dalla scuola
bolognese e sono ben descritti sia in Di Grassi (il cui trattato fu tradotto in
inglese pochi anni prima della pubblicazione del “Paradoxes of defence”) che,
successivamente, negli autori del Seicento. Marcelli, in particolare, li
porterà ai massimi livelli, andando addirittura a cominciare l’azione un passo
più indietro, ben conscio di come stare alla sola misura di braccio (o meglio
braccio e affondo per lui e coevi) sia troppo pericoloso.<o:p></o:p></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
Ci tengo a ringraziare Martin Austwick per il suo
approfondito lavoro su Silver, che mi ha permesso di capire questo concetto di
non immediata comprensione.<o:p></o:p></div>
</div>
<br />
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<br /></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
Fabio Serraglio<o:p></o:p></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16891991399178545820noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4455631530283537501.post-64344711375555435552016-01-03T12:45:00.000+01:002016-01-03T12:45:44.627+01:00E si comincia: una Stoccata dietro l'altra...<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-family: inherit;">Benvenuti sul mio blog<span class="apple-converted-space"> </span><b>Stoccata</b>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-family: inherit;">Sono Fabio Serraglio, ho 26 anni e vengo
da Torino. Studio e pratico scherma storica da cinque anni e in precedenza ho
praticato Karate Shotokan per 13.<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-family: inherit;">Ho aperto un blog per condividere i miei
pensieri e le mie teorie, nonché le mie impressioni e recensioni, riguardo vari
aspetti delle Historical European Martial Arts (Hema). Ho scelto di dedicarmi
in particolare al periodo rinascimentale e nello specifico alla cosiddetta
Spada da Lato, secondo i trattati di autori come Giovanni dalle Agocchie, Giacomo
di Grassi, Achille Marozzo e Camillo Agrippa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-family: inherit;">Ho scelto inoltre di tenere il blog in
italiano: preferisco infatti trattare di questi argomenti nella mia lingua
madre e inoltre lo vorrei indirizzare alla comunità Hema italiana... Spero mi
scuseranno i lettori stranieri.<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-family: inherit;">Ho poi recentemente aperto un canale YouTube
che potete trovare<span class="apple-converted-space"> </span><a href="https://www.youtube.com/channel/UCLGMG9iI226Ot_qfYpcOu6A">qui</a>, che
sarà invece totalmente in inglese.<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-family: inherit;">Spero che questo "diario
digitale" possa risultare utile e interessante per la comunità Hema
italiana.<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div align="right" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: right;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-family: inherit;">Fabio Serraglio</span><o:p></o:p></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16891991399178545820noreply@blogger.com0